Torino, 8 e 9 agosto 2022
Agosto 9, 2022Parma, 14 agosto 2022
Agosto 14, 2022MiLANO, 13 AGOSTO 2022
Portavo dentro quei muri antichi la mia passione graffiata dalle ore in conservatorio, dalla paura di star percorrendo una strada che mi avrebbe resa anonima e senza voce. Quella chiesa ha visto tutte le mie debolezze. Mi sono sentita rinascere quel giorno. Era il 13 agosto.
Ho passato la giornata in chiesetta a provare con Mauro e Mari mentre Marco scattava foto. È la prima volta che un fotografo viene a fare foto nel mio habitat naturale. Vivrà due giorni con me. Provai provai provai, nella chiesetta che era stata il bozzolo, l’incubatrice, la matrice, la mia prima casa da sola, luogo di accumulo di energia senza sfogo fino allo spettacolo. Portavo dentro quei muri antichi la mia passione graffiata dalle ore in conservatorio, dalla paura di star percorrendo una strada che mi avrebbe resa anonima e senza voce. Quella chiesa ha visto tutte le mie debolezze. Mi sono sentita rinascere quel giorno. Era il 13 agosto. E finalmente, dopo un anno di lacrime portavo me stessa, per davvero, lì dentro.
“Il Duomo di Milano, mi sarei esibita sotto il Duomo di Milano.” Piu me lo ripetevo, più mi sembrava incredibile.
Arriviamo in Piazza Duomo e ci posizioniamo al lato destro davanti al Museo del Novecento. Sembrava una scenografia fatta apposta per me. Il Duomo alle nostre spalle si staglia alto come un’immensa scenografia abbellita dalle foto antiche che brillavano di bianco su sfondo nero in schermi giganti che erano le mie quinte. Il sipario era aperto e mentre aprivo la custodia del contrabbasso per tirarlo fuori una bambina piccolissima mi ha messo 10 centesimi nel cappello. Lo ha fatto sulla fiducia senza ascoltare nemmeno una nota. Un’altra bambina esulta gridando: “guarda papà una chitarra!” – il papà la corregge amorevole: “no, non è una chitarra, è un’arpa!”. Insomma sarei stata ad ascoltarli per ore, ma dovevo iniziare. Erano anche arrivate apposta per me le mie amiche animaliste.
Il sipario era aperto e mentre aprivo la custodia del contrabbasso per tirarlo fuori una bambina piccolissima mi ha messo 10 centesimi nel cappello.
L’ultima volta che ci siamo viste eravamo a un tavolo e parlavamo dei nostri progetti per il futuro da attiviste e io avevo condiviso con loro il sogno di mettere la mia musica e il contrabbasso al servizio delle cause per l’ambiente e per i diritti umani. Poi la seconda volta che ci incontrammo, il proposito era diventato realtà. Nei loro occhi ho visto tutta la complicità e la partecipazione di quel momento. Ho dimenticato ogni paura e ho recitato e cantato pensando a quel momento in cui tutto era solo un sogno. Il pubblico sentiva le mie emozioni e sembrava respirasse con me, si preoccupava e gioiva insieme a me. È stato molto forte, soprattutto quando per la prima volta nella mia vita ho cantato la parte lirica. Farlo in quella piazza davanti a un pubblico è stato difficile da descrivere con una emozione soltanto. Solo il vento freddo mi rendeva un po’ più difficile cantare, ma a un certo punto mi sono anche dimenticata di questo problema ed è stato pazzesco.
Il pubblico sentiva le mie emozioni e sembrava respirasse con me, si preoccupava e gioiva insieme a me.
Con me c’era Marco. Le sue foto sono poesia. Le caricherò appena torna dalla vacanza. Sono sue, per ora, solo quelle in bianco e nero.